Antiche manifatture

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dal 1855 al 1900

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  Tradizione di stile Gioielli di eleganza Antiche manifatture
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1855 - 1900

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Casa Ascione

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La storia inizia nel 1855, quando ancora regnava Ferdinando II di Borbone. In quell'anno Giovanni Ascione, figlio dell'armatore di "coralline" Domenico, decise di dedicarsi alla manifattura del corallo, attività importata a Torre del Greco agli inizi del XIX secolo, e di sposare Marianna Villano, gettando le basi di una numerosa ed industriosa famiglia. Ben dieci furono infatti i suoi figli: Domenico, Francesco, Angelina, Luigi, Luisa, Giuseppe, Carlo, Giovanni Jr., Ulrico e Rosa.
Giovanni era un lavoratore instancabile. Ben presto la sua "ditta" divenne nota per la raffinatezza della propria produzione la cui testimonianza, oggi, è fornita da documenti ufficiali della fine del secolo conservati nell'Archivio di Stato di Napoli in cui si evidenziava che "...il Signor Giovanni Ascione fu Domenico è il solo che con singolare precisione esercita la fabbricazione di corallo e bigiotteria in Torre del Greco, ... gode di fama all'estero e fa spedizioni da 60 e più mila lire di corallo manifatturato ... La sua fabbrica può dirsi la più decente e importante per lavori di genio artistico e anche di valore..."
  Il primo riconoscimento ufficiale all'originalità e alla finezza della produzione giunse nel 1865, con l'assegnazione della medaglia d'oro all'esposizione internazionale di Oporto. Si ha poi la documentazione delle premiazioni ottenute nelle successive esposizioni internazionali di Vienna nel 1873 e di Philadelphia del 1876, per limitarsi ai primi venti anni dell'attività della "manifattura".

Nel 1875 gli Ascione divennero fornitori della famiglia reale, con il privilegio di fregiare il marchio con lo stemma di Casa Savoia.

  Le cure dell'azienda impegnavano molto il suo Fondatore. Per aiutarlo fu presto pronta la folta schiera dei suoi figlioli. Inizialmente Domenico, il primogenito, che giovanissimo, si recò in America per svolgere attività promozionale. Era il 1875 e per raggiungere gli Stati Uniti dall'Europa s'impiegava circa un mese. Ancora oggi la Famiglia conserva la corrispondenza tra Domenico ed il padre, lettere dense di melanconia per la distanza che li separava.
  " Il soggiorno in America, lontano da tutti voi è per me sempre più insopportabile", scriveva il giovane in una delle missive. Una sofferenza ugualmente vissuta da Giovanni che così rispondeva "... come padre ti direi di ritornare subito: Dio solo sa cosa vuol dire per un padre avere il proprio figlio lontano, ma come datore di lavoro devo dirti che bisogna tenere duro ed andare avanti cercando, magari, di fare più in fretta possibile".
M E N U

info@ascione.it

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E, proprio in uno di quei viaggi, Domenico si ammalò gravemente, tornò in Patria e morì nel 1881 a soli 24 anni. Probabilmente, fu anche la prematura scomparsa del giovane a stimolare gli altri fratelli all'impegno attivo nella "ditta" di famiglia. Dopo Domenico, infatti, anche Giovanni Jr. e Carlo andarono negli Stati Uniti.

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